Coronavirus: “contagio” anche nei mercati finanziari

Il corornavirus domina il flusso di notizie e fa tremare i mercati finanziari. Apparso per la prima volta in Cina, si diffonde adesso in Asia, Europa, Medio Oriente e Stati Uniti. A cosa ci troviamo di fronte? Cosa possiamo aspettarci? E soprattutto: in che modo tutto ciò incide sulla nostra asset allocation?

A cosa ci troviamo di fronte?

Le 3 D:

Depth, Duration e Diffusion svolgeranno un ruolo fondamentale per esaminare il colpo inferto all’economia da questo agente patogeno.

Depth, la profondità, si riferisce all’intensità dell’impatto del coronavirus. Il virus continua a mettere gravemente a repentaglio l’attività economica in Cina, in primis il settore dei trasporti. Tuttavia, l’intera filiera ha subito gravi conseguenze perché vi è una mancanza di mano d’opera che produce, di beni da fabbricare e di consumatori che acquistano. Recentemente, lo studio sulle vendite ha evidenziato nuovi minimi: nelle prime due settimane di febbraio le vendite di autovetture hanno registrato un crollo del 92% a causa della chiusura della maggior parte degli show room.

La duration è legata alla lunghezza dell’epidemia. Finora, le ipotesi di mercato lasciavano presagire che a marzo tutta una serie di aziende sarebbe tornata al lavoro, sebbene alcune a un ritmo medio e altre al di sotto della norma. Con tutta probabilità tali ipotesi sono state troppo ottimistiche perchè i dati consideravano solo il contesto cinese senza tener conto della rapida diffusione del virus negli altri continenti.

Diffusion fa riferimento all’impatto geografico del virus che non conosce frontiere. Malgrado le prime misure di contenimento adottate in Cina, i viaggi internazionali ultra frequenti di oggi consentono ormai una facile propagazione del virus nei luoghi più inconsueti: una nave da crociera al largo della costa giapponese, un hotel a Tenerife, un gruppo di comuni del Nord Italia, solo per citarne alcuni.

Per quanto riguarda l’Europa, prestiamo particolare attenzione all’Italia. Quest’inverno i dati delle PMI italiane hanno registrato dei minimi storici, a conferma del fatto che il ciclo economico si preparava alla ripresa. Inoltre, il nord Italia è il cuore dell’attività economica e della produzione industriale, svolgendo un ruolo economico fondamentale. Di conseguenza, i mercati finanziari hanno reagito bruscamente.

Cosa possiamo aspettarci?

A breve termine

A breve termine, possiamo aspettarci una volatilità crescente nei mercati e un impatto sui dati economici. Alla fine del 2019 e all’inizio del 2020 la tendenza ha evidenziato un indebolimento degli indicatori principali. Prevediamo una sospensione temporanea di tale tendenza e/o un deterioramento che sarà visibile nei prossimi dati pubblicati. Il 29 febbraio la Cina renderà noto il prossimo dato di PMI.

Medio termine

A medio termine si osservano aspettative crescenti di allentamento delle politiche grazie alle banche centrali e al sostegno di natura fiscale. Nella prima metà del 2020 i mercati scontano almeno un taglio del tasso sui fondi Fed. Finora, le banche centrali internazionali sono state laconiche nelle dichiarazioni, tranne sul fatto che il coronavirus costituisce una minaccia da tenere sotto osservazione.

Come abbiamo modificato la nostra asset allocation?

Il termine coronavirus è apparso nelle notizie locali cinesi il 31/12/2019. Il capodanno cinese è stato il 25 gennaio 2020 e fino al 24 gennaio abbiamo sovraponderato i titoli azionari.

Da allora abbiamo adottato un posizionamento neutrale sulle azioni e abbiamo messo in atto strategie che coinvolgono strumenti derivati per mitigare l’effetto di una flessione del mercato, che hanno saputo garantire gli effetti desiderati. Attualmente, siamo sottopesati sulle azioni, concentrando la nostra analisi e la riduzione del rischio su questa asset class poiché è stata quella ad aver evidenziato il livello massimo di fiducia.

Manteniamo una preferenza per l’oro come strumento di copertura.

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